Le pentole antiaderenti sono richiestissime a Lecce e provincia. Ne parliamo con due rivenditori
In ogni cucina non dovrebbero mancare delle ottime padelle per assicurare un buon risultato a tavola.
Cuocere carne, verdure o una frittata, non è da prendere alla leggera. In gioco c’è molto: il cibo non si deve attaccare e il calore deve essere distribuito uniformemente in tutta la padella. Una delle soluzioni più gettonate cade quindi sulle padelle antiaderenti.
Stando a quanto affermato dai rivenditori a Lecce, sono molto utilizzate. Nonostante questo c’è da dire che quando se ne acquista una bisogna saperle scegliere valutando le caratteristiche:
• Peso: bisogna puntare su una padella non troppo pesante e nemmeno troppo leggera, in quanto potrebbe capovolgersi mentre è sul fuoco, anche al minimo urto.
• Rivestimento: l’interno deve essere antiaderente, mentre quello esterno può essere in alluminio, in quanto è più leggero e con un’ottima distribuzione del calore; in acciaio è più resistente ai colpi e alle abrasioni; con quello inox il calore viene distribuito meglio.
• Fondo: meglio scegliere una padella con il fondo pesante, al fine di avere una distribuzione più uniforme del calore e una pentola più stabile.
• Manico: on deve pesare più della pentola.
Nelle cucine a Lecce, le pentole antiaderenti sono molto utilizzate anche perché comportano diversi vantaggi: possono essere riscaldate a temperature fino a 260°C, sono più facili da pulire, non bruciano il cibo e, se usate per soffriggere, permettono di utilizzare meno olio, burro o altri grassi. Le pentole antiaderenti sono l’ideale per una cucina veloce e povera di grassi.
Il loro fondo è rivestito con uno strato di politetrafluoroetilene (PTFE), meglio conosciuto come Teflon, un materiale resistente e scivoloso che consente una cottura senza grassi. Purtroppo si tratta anche di un materiale su cui infuriano le polemiche: si dice infatti che “se il tegame resta sul fornello per parecchio tempo vuoto o in assenza di acqua, può accadere che il Teflon raggiunga alte temperature e rilasci il PFOA, l’acido perfluoroottanoico che, secondo alcuni recenti studi, ha effetto tossico sul fegato e danneggia la tiroide”. Inoltre, si dice, che ad elevate temperature, generi un’ulteriore sostanza considerata cancerogena (nei topi), il tetrafluoroetilene.
Vero o meno, c’è chi comunque difende la sicurezza di questi modelli. Le Agenzie di regolamentazione europee come l’EFSA (European Food Safety Authority) l’agenzia francese per la sicurezza alimentare AFSSA, le agenzie statunitensi come la Food and Drug Administration (FDA) hanno affermato che i rivestimenti antiaderenti realizzati mediante fluoropolimeri sono sicuri per l’uso previsto in cucina.
La stessa FDA ha inoltre affermato che le particelle di materiale antiaderente, anche nel caso in cui vengano accidentalmente ingerite, non costituiscono un pericolo per la salute. Grazie alla loro inerzia chimica, infatti, non subiscono alcuna trasformazione ma passano inalterate all’interno dell’organismo come una fibra alimentare, risultando quindi innocue.
Comunque se proprio non avete fiducia su questa tipologia di padella antiaderente, in alternativa al Teflon potreste sempre puntare sulle pentole rivestite in ceramica, anche se con questi modelli, non essendo altrettanto aderenti, bisogna cuocere con i condimenti, in porzioni comunque ridotte. Proprio l’utilizzo di minime quantità di acqua o olio permette una minima dispersione delle sostanze nutritive.
Le pentole con il rivestimento in ceramica sono comunque molto utilizzate anche nelle cucine a Lecce. Il motivo? Ovviamente per le loro speciali caratteristiche:
– sono resistenti ai graffi e alle abrasioni;
-diffondono il calore uniformemente e mantenere la temperatura costante;
– non si corrodono con gli acidi degli alimenti;
-non si scrostano né si deteriorano con l’utilizzo;
– si possono utilizzare fino a 400°C garantendo un’ottima cottura;
-sono facili da lavare, anche in lavastoviglie, e non vengono intaccate dai detersivi.
Cucinare con le padelle antiaderenti: pro e contro secondo i rivenditori a Lecce – di Elisabetta Paladini
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